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Cod Art 0673 | Rev 00 | Data 15 Mar 2015 | Autore: Pierfederici Giovanni

 

Chlamydoselachus africana

Nel 1988, l'equipaggio della nave di ricerca sudafricana FRS Africana, catturò un esemplare sospetto appartenente al genere Chlamydoselachus al largo di Lüderitz (Namibia), inizialmente classificato come Chlamydoselachus anguineus [Garman, 1884]. Poco tempo dopo i ricercatori notarono alcune differenze e lo stesso esemplare venne classificato come Chlamydoselachus sp. A. Nel 2009, Ebert & Compagno pubblicarono un articolo sulla rivista Zootaxa e descrissero la nuova specie denominata C. africana, dal nome della nave FRS Africana.
Morfologicamente C. africana è molto simile a C. anguineus, ovvero grande bocca terminale, denti tricuspidati (30 file di denti nella mascella superiore e 27 file in quella inferiore), sei fessure branchiali, pinna dorsale terminale molto piccola, pinne pettorali larghe e arrotondate, poste subito dietro alla sesta fessura branchiale, pinna ventrale ed anale più grandi. Distinguere le due specie non è affatto facile. Uniche differenze sono la taglia (lunghezza del corpo) e la colorazione.
C. anguineus è più scuro, il dorso tende infatti al marrone-grigio sino al nero. Le femmine raggiungono una lunghezza di 117 cm. C. africana presenta un dorso leggermente più chiaro, di un colore grigio o grigio scuro dovuto però alla presenza di una membrana sottile e facile da rimuovere assente in C. anguineus; le pinne ventrali ed anali sono leggermente più scure. In questa specie le femmine sono più grandi, raggiungono infatti 196 cm. di lunghezza. Entrambe le specie sono bentoniche, epibentoniche e pelagiche, da 300-400 a 1400-1500 metri di profondità.
La reale distribuzione e lo status non sono noti con certezza per entrambe le specie.

Chlamydoselachus africana

Qui sopra, Chlamydoselachus africana [Ebert & Compagno, 2009], la nuova specie di squalo del genere Chlamydoselachus, parente stretto dello squalo dal collare o frilled shark Chlamydoselachus anguineus. Questa specie vive a largo delle coste dell'Angola e della Namibia meridionale ed è più piccola di C. anguineus. L'olotipo è una femmina immatura lunga 117 cm. catturata ad una profondità di 409 metri, al largo della foce del Cunene (Namibia) dalla nave di ricerca Benguela.

Con la pratica sempre più diffusa di pescare a profondità via via maggiori, molti esemplari di squalo dal collare sono stati catturati anche in massa (come dimostra l'immagine sottostante che documenta una cattura massiva di C. anguineus) e, in moti di questi casi, non è noto con certezza quale delle due specie sono finite nelle reti dei pescatori.

Chlamydoselachus anguineus mass catch

Sopra, cattura massiva (mas catch) di esemplari di C. anguineus. Si tratta di una delle prime catture massive documentate. Nell'occasione, sono stati issati a bordo 34 esemplari, 15 maschi e 19 femmine, di lunghezza compresa tra 129 e 163 cm. L'esemplare più grande, una femmina, pesava 9,710 Kg, il più piccolo, un maschio, pesava 4,150 Kg. Azzorre, Mid-Atlantic Ridge, dicembre 2003.

Sono stati catturati moltisismi esemplari di squalo dal collare in tutto il mondo ma mai, sino al 1988, erano state notate delle discrepanze morfologiche tra i vari esemplari, rinvenuti anche in zone molto distanti traloro. Le zone dove è più facile catturare squali dal collare sono le Mid-Atlantic Ridge, le Walvis Ridge (sud est Atlantico), il Rio Grande Rise (sud ovest Atlantico), Vavilov Ridge (centro Atlantico). In tutti questi luoghi, gli esemplari che sono stati catturati sono sempre stati attentamente studiati, classificati e sempre sono risultati appartenere alla specie C. anguineus.
Dunque C. africana sembra essere una specie con un areale di distribuzione ben definito e limitato e, la sua presenza, è confermata solamente nelle acque al largo della costa che va dall'Angola meridionale alla Namibia meridionale.

 

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